sabato 9 maggio 2015

Estratto da: SIMBOLOGIA TEMPLARE, CAVALLERESCA E MASSONICA Parte II

L’interculturalità di cui parlavamo poco fa, e i Templari come antesignani dell’interculturalità lo sono e lo devono essere per definizione, come lo sono tutti gli iniziati. Non possono non esserlo per un motivo su tutti: per dirla alchemicamente, l’iniziato lavora per il coagula, per l’unire, per l’amore. Il non iniziato, o peggio il contro-inizialo; colui che molto non ha colto dal giardino della vera conoscenza, lavora per il solve, lavora per il separare. Alle estreme conseguenze potremmo dire che compie azioni diaboliche. Prendiamo le parole senza pregiudizi e scopriamo che Diavolo o diabolico deriva dal greco Dià (attraverso) e Bàllo (getto, attraverso), quindi separo. Quindi chi lavora diabolicamente è colui che lavora per separare, per creare una separazione all’interno di quella che può essere ad esempio la società o la coscienza di ogni singolo essere umano. Quale è, probabilmente, la più grande eredità dei templari? E’ la voglia di costruire, è il desiderio di volersi interfacciare con culture diverse. In queste sede, ho piacere, ad avvicinare Federico II ai Templari perché è stato l’unico Imperatore e Re delle due Sicilie che è arrivato a Gerusalemme e l’ha conquistata senza spargere una goccia di sangue. Tornando al tema di questo incontro: cosa ha preso la Massoneria ai Templari? Cosa ha “rubato”? Tutto nasce con il famoso discorso, mai tenuto di Ramsay (24 marzo 1737), discorso che nella sua forma scritta ebbe un notevole successo e diffusione. Vi sono alcuni gradi del Rito Scozzese, che non è la Massoneria in senso proprio. La Massoneria propriamente detta consta di tre gradi: 1) Apprendista Accettato o Ammesso, 2) Compagno d’Arte, 3) Maestro. Il Rito Scozzese a questi tre gradi, aggiunge, nella sua forma definitiva ed ancora oggi praticata, altri trenta gradi, che vanno dal Maestro Segreto al Sovrano Grande Ispettore Generale. Nello specifico, oltre ai gradi del Cavaliere del Serpente di Bronzo e del Cavaliere del Sole, il grado che tra le altre cose è costato tantissimo alla “massoneria”, diremmo oggi come immagine pubblica, è il trentesimo grado che prende il nome di Cavaliere Kadosh. Perché è costato tanto e cosa sono i Cavalieri Kadosh? La “leggenda” vuole che all’interno dell’Ordine dei Templari vi fosse una sorta di circolo interno composto dai più illuminati Cavalieri, detti i Santi, i Puri, quindi i Kadosh. Questo grado scozzese, rievoca tra le altre cose, questa leggenda, ed è un grado eminente al quale non tutti i massoni scozzesi giungono, un grado che spinge l’iniziato allo studio della gnosi, allo studio delle scienze e di molte altre cose, perché non dobbiamo dimenticare che all’interno della massonica istituzione e dei suoi riti vi è spesso una “commistione” di Tradizione e di ricerca “progressista”. All’interno dello scozzesismo tutto e di questo grado in particolare vi sono delle parti che sono definite da alcuni truculente, da altri teatrali, da altri ancora degli psicodrammi, da altri ancora sono identificate delle forme di vendetta contro la tiara e la corona ed in particolar modo si ritiene che si giuri la vendetta per la morte sul rogo dell’ultimo Gran Maestro dei Templari, Jacques de Molay, avvenuta nel 1314. Questo insieme di fattori ha fatto si che nel corso dei secoli, la massoneria in generale e lo scozzesismo in particolare fossero visti come le organizzazioni aventi come scopo la distruzione del clero e delle Chiese ed anche dei troni. Questo perché se i Templari avessero avuto qualcuno da incolpare per la loro distruzione, questi sarebbe stato, primo tra tutti, Filippo il Bello. Ma quale è la vendetta, ammesso che esista una vendetta, a cui si riferiscono i massoni ed i massoni scozzesi in particolare? Cosa significa vendicare? Come spesso accade noi tendiamo ad attribuire alle parole delle valenze di giudizio, dimenticando quale può essere il loro senso più genuino e tendiamo a dimenticare il messaggio “nascosto” che queste possono contenere. Un palese esempio è l’appellare i Maestri come Traditor. Spesso, chi per la prima volta sente questa definizione viene assalito dal dubbio, perché il Maestro è Traditor? La parola tradire, subisce nel suo significato e senso un cambiamento profondo, nei chiostri degli amanuensi mentre scrivevano e ricopiavano i vangeli, con particolare riferimento all’episodio in Giuda consegna Gesù diviene il tradimento per eccellenza all’interno della cultura e diremmo dell’immaginario cristiano. Ma, tradire significa consegnare, quindi ha una accezione neutra. Il Traditor, inteso come maestro, è colui che consegna e trasmette un qualche cosa, quindi nel caso delle società iniziatiche l’iniziazione e gli insegnamenti ad esse collegati. Tornando all’idea di vendetta, il Vindex era la verga con cui si rendeva libero lo schiavo nell’antica Roma. Il vendicare, i “vedicosi” erano coloro che reclamavano qualcosa per se stessi o per qualcuno. Quindi, anche con una piccola forzatura, si potrebbe andare ad identificare il vendicatore, non come colui che fa un sopruso al di fuori della giustizia, ma che all’interno del sistema della giustizia, rivendica per se stesso o per altri, in questo caso per i Templari, la Giustizia che non venne data all’epoca. In questa logica e visione, cambiano completamente tutti gli aspetti e tutte le possibili interpretazioni di quello che è un grado prettamente iniziatico e non politico e reazionario come molti detrattori della massoneria sostengono. Senza arrivare al Nuovo Ordine Mondiale ed agli Illuminati, perché tanto è dimostrato ed è dimostrabile che l’abate Barruel fosse nella migliore delle ipotesi in mala fede. La massoneria, come tutte le scuole iniziatiche, non può non essere rivoluzionaria perché cerca di far lavorare i propri membri, tra le altre cose, con la mente del cuore e con l’amore. Cosa vi è di più rivoluzionario di chi cerca di conoscere se stesso ed il mondo e di portare alla guisa di baluardo, un messaggio di Amore?
Quando andiamo a leggere della Massoneria, dei Templari e ne restiamo affascinati, o ci muoviamo nell’ambito della storia come abbiamo visto nel primo intervento o ci muoviamo nell’ambito dell’antropologia e della psicologia come abbiamo sentito poco fa o cerchiamo di affrontare questi temi, scevri e lontani da pregiudizi, senza giudicare prima, entrando nel mondo della teoria e della storia delle idee, disciplina che in Italia fa una fatica enorme ad entrare, immergiamoci in quelle idee e cerchiamo anche noi di lavorare per il coagula, per l’amore e con amore e non per il solve. Essendo, terminato il tempo a mia disposizione, permettetemi una piccola citazione da Ja'far Sadiq  un autore che probabilmente a molti di voi dirà poco, ma che è stato “solo” il maestro del celebre alchimista Geber: “La nostra causa è un segreto velato in un segreto, il segreto di qualcosa che rimane velato, un segreto che solo un altro segreto può insegnare: è un segreto su un segreto che si appaga di un segreto".
Ho detto
Grazie a tutti
Gioia - Salute - Prosperità
© Michele Leone

Immagini prese dalla rete
John W. Waterhouse - Tristano e Isotta

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