domenica 24 maggio 2015

Non recensione a: Giulio Busi - Raphael Ebgi, Giovanni Pico della Mirandola. Mito, magia e qabbalah, Torino 2014, pp. CVI – 454

Bello, ricco, dandy, amante del buon vivere e delle donne. Non è la descrizione di uno dei personaggi di uno di quei romanzetti più o meno erotici da onanismo psichico che vanno per la maggiore nelle librerie di questi tempi. E’ la descrizione succinta di Giovanni Pico della Mirandola, una delle menti più eccelse, contraddittorie (per i più) e raffinate che l’umanità ha ospitato tra i suoi propri figli.
Giulio Busi e Raphal Ebgi, in un importante volume dei millenni della casa editrice Einaudi, provano una impresa difficile ed ammirevole, quella di parlare con Pico attraverso le sue parole e le sue idee. “Mito, magia e qabbalah. Già il titolo è un partito preso.”. dice Busi nell’introduzione e continua: “Questo libro nasce dalla frustrazione. Di lettori alle prese con una sconfitta bruciante. Che è quella di aver l’impressione di capire il dettaglio ma non il senso, ma non l’opera nella sua interezza. […] L’altro limite è nel tema. Mito, magia e qabbalah non saziano certo l’onnivora fame pichiana. Sono però il fulcro del suo sistema. E’ nella scala sapienziale che lui stesso mette in bella vista nelle Conclusiones, questi tre gradini – i più alti, e uniti stretti assieme – portano dritti alla botola che dà sul cielo.
E’ un testo che non può mancare nella biblioteca di chi si occupa di vari studi, dalla filosofia alla Filosofia, dalla qabbalah alla magia, dalla storia all’ermetismo. Un volume che finalmente non parla solo della Oratio de hominis dignitate. Un testo in cui emerge il mistico e lo “sciupafemmine” rapitore di donne sposate (consenzienti). E’ importante perché vi è una carrellata delle parole del mirandolese unite a commenti importanti. E’ importante perché sdogana, almeno agli occhi dei più sia il pensiero di un dei più importanti ricercatori e filosofi sia perché dimostra che questi non sono quei vecchi, noiosi e asfittici barbagianni con cui vengono rappresentati nell’immaginario popolare.
Ma è sempre l’amore nelle sue molteplici forme a guidare chi è sulla strada, sia esso etereo o carnale, e con l’amore è bene chiudere questa non recensione:
“Tu segui Marte, io invece l’arme di Cupido; tu conduci aspre pugne, mentre io mi do a miti scontri. Do baci spinti a labbra rosee, e godo nell’accarezzare splendide ginocchia. Noi lottiamo a questo modo.”.
Gioia – Salute – Prosperità

© Michele Leone


sabato 23 maggio 2015

Nota 0523 Sulla parola e sul silenzio

Con il fluire del tempo percepisco sempre maggiormente la parola come strumento necessario ed insufficiente e alle volte, come non necessario. Questo è uno dei motivi per cui deve essere scarna, nuda e viva, uno dei motivi per cui deve possedere la virilità e la capacità di fecondare. Questa come ogni “iniziato” deve morire e rinascere; deve divenire altro da sé. E questa iniziazione potrebbe quasi essere un “sacrificio spirituale” (logiké) che in Paolo diventa logikē latreia (Rm 12,1- culto spirituale). Questo, banalmente, uno dei motivi per cui in tutte le scuole iniziatiche è fatto obbligo del silenzio ai neofiti; questo uno dei motivi del ritorno al silenzio, di molti maestri.
Questo uno dei motivi del “segreto” e del silenzio degli iniziati sulle cose afferenti i Misteri. Come può dire chi non padroneggia la parola viva, come può egli illustrare? Questo uno dei motivi delle iperboli, delle metafore, delle allegorie sino ad arrivare ai simboli, essi stessi sono parole altre di linguaggi altri. Che sia parola o simbolo, prima di giungere all’ultima trasformazione deve portare a compimento la sua propria ipseità (*); questo compimento da un verso è paragonabile alla morte iniziatica o alla putrefazione alchemica. Se il paragone è corretto, allora, non sarà l’ultima delle fasi del suo processo evolutivo, sarà semplicemente uno dei primi stadi per giungere a quella vibrazione o musica delle stelle che è la lingua unica dei molteplici Mondi.
Gioia – Salute – Prosperità
© Michele Leone
Immagine presa dalla rete



(*) Vedi e Cfr. Francesco Tomatis, Ipseità, diversità e dia-ferenza. In Teoria 2006/1, pp. 31-35.



domenica 17 maggio 2015

Letto tra un caffè ed una sigaretta

Recensione mattutina a: Jul e Charles Pépin, Il pianeta dei saggi Enciclopedia mondiale dei filosofi e delle filosofie, Edizioni Clichy, Firenze 2013
Di prima mattina sfogliare e poi leggere un volumetto che è una via di mezzo tra un fumetto e il riassunto ironico del Bignami non è un brutto modo per iniziare la giornata. Poco più di un centinaio di pagine per una cinquantina di filosofi. Ad ognuno sono dedicate delle strisce ed una “nano” scheda. Le strisce sono simpatiche e le schede seppur minimaliste, sono scritte con competenza ed ironia. Se insegnassi lo darei come libro per le vacanze agli studenti. E’ un volume che si può regalare a quanti sono digiuni di filosofia. Ovviamente qui si parla di filosofia e non di Filosofia, ma questa è un’altra storia. Se vogliamo trovare un difetto, ha troppi filosofi o presunti tali made in Francia. Ma si sa i cugini sono fatti così, ed anche questa è una lezione che noi italiani esterofili dovremmo apprendere.
Buona lettura
Gioia – Salute – Prosperità
© Michele Leone

Copertina presa dal sito dell’editore e le immagini dal testo. Sono da considerarsi citazioni.



domenica 10 maggio 2015

18 maggio alle 18.00 #SalTo15

Appena ricevuta, la locandina per la presentazione del mio ultimo libro al Salone del Libro di Torino, non posso che inviarvi tutti
Buona Domenica

sabato 9 maggio 2015

Estratto da: SIMBOLOGIA TEMPLARE, CAVALLERESCA E MASSONICA Parte II

L’interculturalità di cui parlavamo poco fa, e i Templari come antesignani dell’interculturalità lo sono e lo devono essere per definizione, come lo sono tutti gli iniziati. Non possono non esserlo per un motivo su tutti: per dirla alchemicamente, l’iniziato lavora per il coagula, per l’unire, per l’amore. Il non iniziato, o peggio il contro-inizialo; colui che molto non ha colto dal giardino della vera conoscenza, lavora per il solve, lavora per il separare. Alle estreme conseguenze potremmo dire che compie azioni diaboliche. Prendiamo le parole senza pregiudizi e scopriamo che Diavolo o diabolico deriva dal greco Dià (attraverso) e Bàllo (getto, attraverso), quindi separo. Quindi chi lavora diabolicamente è colui che lavora per separare, per creare una separazione all’interno di quella che può essere ad esempio la società o la coscienza di ogni singolo essere umano. Quale è, probabilmente, la più grande eredità dei templari? E’ la voglia di costruire, è il desiderio di volersi interfacciare con culture diverse. In queste sede, ho piacere, ad avvicinare Federico II ai Templari perché è stato l’unico Imperatore e Re delle due Sicilie che è arrivato a Gerusalemme e l’ha conquistata senza spargere una goccia di sangue. Tornando al tema di questo incontro: cosa ha preso la Massoneria ai Templari? Cosa ha “rubato”? Tutto nasce con il famoso discorso, mai tenuto di Ramsay (24 marzo 1737), discorso che nella sua forma scritta ebbe un notevole successo e diffusione. Vi sono alcuni gradi del Rito Scozzese, che non è la Massoneria in senso proprio. La Massoneria propriamente detta consta di tre gradi: 1) Apprendista Accettato o Ammesso, 2) Compagno d’Arte, 3) Maestro. Il Rito Scozzese a questi tre gradi, aggiunge, nella sua forma definitiva ed ancora oggi praticata, altri trenta gradi, che vanno dal Maestro Segreto al Sovrano Grande Ispettore Generale. Nello specifico, oltre ai gradi del Cavaliere del Serpente di Bronzo e del Cavaliere del Sole, il grado che tra le altre cose è costato tantissimo alla “massoneria”, diremmo oggi come immagine pubblica, è il trentesimo grado che prende il nome di Cavaliere Kadosh. Perché è costato tanto e cosa sono i Cavalieri Kadosh? La “leggenda” vuole che all’interno dell’Ordine dei Templari vi fosse una sorta di circolo interno composto dai più illuminati Cavalieri, detti i Santi, i Puri, quindi i Kadosh. Questo grado scozzese, rievoca tra le altre cose, questa leggenda, ed è un grado eminente al quale non tutti i massoni scozzesi giungono, un grado che spinge l’iniziato allo studio della gnosi, allo studio delle scienze e di molte altre cose, perché non dobbiamo dimenticare che all’interno della massonica istituzione e dei suoi riti vi è spesso una “commistione” di Tradizione e di ricerca “progressista”. All’interno dello scozzesismo tutto e di questo grado in particolare vi sono delle parti che sono definite da alcuni truculente, da altri teatrali, da altri ancora degli psicodrammi, da altri ancora sono identificate delle forme di vendetta contro la tiara e la corona ed in particolar modo si ritiene che si giuri la vendetta per la morte sul rogo dell’ultimo Gran Maestro dei Templari, Jacques de Molay, avvenuta nel 1314. Questo insieme di fattori ha fatto si che nel corso dei secoli, la massoneria in generale e lo scozzesismo in particolare fossero visti come le organizzazioni aventi come scopo la distruzione del clero e delle Chiese ed anche dei troni. Questo perché se i Templari avessero avuto qualcuno da incolpare per la loro distruzione, questi sarebbe stato, primo tra tutti, Filippo il Bello. Ma quale è la vendetta, ammesso che esista una vendetta, a cui si riferiscono i massoni ed i massoni scozzesi in particolare? Cosa significa vendicare? Come spesso accade noi tendiamo ad attribuire alle parole delle valenze di giudizio, dimenticando quale può essere il loro senso più genuino e tendiamo a dimenticare il messaggio “nascosto” che queste possono contenere. Un palese esempio è l’appellare i Maestri come Traditor. Spesso, chi per la prima volta sente questa definizione viene assalito dal dubbio, perché il Maestro è Traditor? La parola tradire, subisce nel suo significato e senso un cambiamento profondo, nei chiostri degli amanuensi mentre scrivevano e ricopiavano i vangeli, con particolare riferimento all’episodio in Giuda consegna Gesù diviene il tradimento per eccellenza all’interno della cultura e diremmo dell’immaginario cristiano. Ma, tradire significa consegnare, quindi ha una accezione neutra. Il Traditor, inteso come maestro, è colui che consegna e trasmette un qualche cosa, quindi nel caso delle società iniziatiche l’iniziazione e gli insegnamenti ad esse collegati. Tornando all’idea di vendetta, il Vindex era la verga con cui si rendeva libero lo schiavo nell’antica Roma. Il vendicare, i “vedicosi” erano coloro che reclamavano qualcosa per se stessi o per qualcuno. Quindi, anche con una piccola forzatura, si potrebbe andare ad identificare il vendicatore, non come colui che fa un sopruso al di fuori della giustizia, ma che all’interno del sistema della giustizia, rivendica per se stesso o per altri, in questo caso per i Templari, la Giustizia che non venne data all’epoca. In questa logica e visione, cambiano completamente tutti gli aspetti e tutte le possibili interpretazioni di quello che è un grado prettamente iniziatico e non politico e reazionario come molti detrattori della massoneria sostengono. Senza arrivare al Nuovo Ordine Mondiale ed agli Illuminati, perché tanto è dimostrato ed è dimostrabile che l’abate Barruel fosse nella migliore delle ipotesi in mala fede. La massoneria, come tutte le scuole iniziatiche, non può non essere rivoluzionaria perché cerca di far lavorare i propri membri, tra le altre cose, con la mente del cuore e con l’amore. Cosa vi è di più rivoluzionario di chi cerca di conoscere se stesso ed il mondo e di portare alla guisa di baluardo, un messaggio di Amore?
Quando andiamo a leggere della Massoneria, dei Templari e ne restiamo affascinati, o ci muoviamo nell’ambito della storia come abbiamo visto nel primo intervento o ci muoviamo nell’ambito dell’antropologia e della psicologia come abbiamo sentito poco fa o cerchiamo di affrontare questi temi, scevri e lontani da pregiudizi, senza giudicare prima, entrando nel mondo della teoria e della storia delle idee, disciplina che in Italia fa una fatica enorme ad entrare, immergiamoci in quelle idee e cerchiamo anche noi di lavorare per il coagula, per l’amore e con amore e non per il solve. Essendo, terminato il tempo a mia disposizione, permettetemi una piccola citazione da Ja'far Sadiq  un autore che probabilmente a molti di voi dirà poco, ma che è stato “solo” il maestro del celebre alchimista Geber: “La nostra causa è un segreto velato in un segreto, il segreto di qualcosa che rimane velato, un segreto che solo un altro segreto può insegnare: è un segreto su un segreto che si appaga di un segreto".
Ho detto
Grazie a tutti
Gioia - Salute - Prosperità
© Michele Leone

Immagini prese dalla rete
John W. Waterhouse - Tristano e Isotta

martedì 5 maggio 2015

Iniziazione Mitraica

[…] perciò nel rituale di iniziazione al grado di leone, quando si purificano le mani degli iniziati cospargendole di miele anziché di acqua, li si esorta a conservarle pure da qualsiasi cosa possa arrecare dolore, danno o contaminazione; e come si conviene ad un iniziato, avendo il fuoco virtù catartica, si purifica l’iniziato con un liquido adatto al fuoco. Con il miele viene purificata anche la lingua da ogni errore e colpa. (Porfirio, L’antro delle Ninfe, Trad, di L Simonini in Le religioni dei misteri, Milano 2013)

Chi ha orecchie per intendere intenda e chi ha occhi per vedere osservi e colga…
…Nella Tradizione si può entrare solo in punta di piedi ed accompagnati dallo stupito silenzio di chi è consapevole che ha solo tanto da Apprendere.

Gioia – Salute – Prosperità
© Michele Leone       
Immagine presa dalla rete

Paris Nogari, Allegoria del Silenzio, Roma: Sala vecchia degli Svizzeri 1582

domenica 3 maggio 2015

Estratto da: SIMBOLOGIA TEMPLARE, CAVALLERESCA E MASSONICA Parte I

Introduzione
Quanto qui riportato, è a beneficio degli amici che non sono potuti intervenire lo scorso 19 aprile a Casale Monferrato. E’ una trascrizione più o meno fedele del mio intervento. Essendo stato fatto a braccio e per vari motivi cambiato immediatamente prima della relazione, spero perdonerete imprecisioni e passaggi del pensiero repentini e non articolati precisamente.
___
L’argomento trattato questo pomeriggio è di indubbio interesse. E’ stato detto, praticamente tutto dai relatori che mi hanno preceduto, quindi proverò ad aggiungere qualcosa nel poco tempo che resta. Parlare di esoterismo spesso spaventa; noi diamo per scontato che tutti i nostri interlocutori sappiano ed abbiano a mente la stessa definizione di essoterismo ed esoterismo e nel mondo nel quale viviamo dalla “fattucchiera” delle emittenti televisive al più grande dei Filosofi spesso non si da una definizione dello stesso. Spesso, nell’immaginario, si lega l’esoterismo a qualcosa di occulto, misterioso legato alla magia spesso nella sua accezione negativa ed a strani riti. Non è proprio così, basti pensare ad esempio che Aristotele teneva lezioni essoteriche ed esoteriche (dette anche acroamatiche), quelle essoteriche erano aperte a tutti, mentre quelle esoteriche erano riservate ai suoi studenti paganti. Quindi, esemplificando al massimo possiamo dire che esoterico, soprattutto in ambito filosofico, religioso e per quanto concerne il sacro è l’insieme degli insegnamenti e delle dottrine riservati a pochi e che di massima devono restare segreti. Essoterico e quindi quanto può essere divulgato a tutti. Indubbiamente i templari, come è stato sostenuto dai relatori che mi hanno preceduto avevano, con molta probabilità una dottrina esoterica. Non potevano non averla, per una motivazione su tutte, se entriamo nel campo della storia delle idee e della storia della cultura, dobbiamo immaginare il “mondo” non così come lo conosciamo oggi, 19 aprile 2015, ma con delle strutture culturali e “mentali” divere; per cui quelle che per noi sono delle immagini strane e spesso aliene dalla nostra quotidianità, come ad esempio le immagini alchemiche che abbiamo visto poco fa o la sirena con la doppia coda, per l’uomo medievale era normale incontrare parte di questi segni simboli, facevano parte del suo mondo e del suo immaginario. Spesso l’uomo medievale non imparava, andando a scuola e leggendo, leggere scrivere e far di conto spettava ad una minoranza. Imparava la tradizione e spesso quanto concerneva la religione ed i miti ad essa collegati attraverso l’insegnamento orale e ad esempio gli affreschi e le opere scultoree che trovava nelle chiese e nelle cattedrali. Di qui la prima trasmissione, delle conoscenze templari, che potremmo definire essoteriche, attraverso le loro costruzioni. Solo dopo viene la parte esoterica. Entrando nel mito, di un edificio non si è ancora fatto cenno: Castel del Monte. Bisogna rilevare che Castel del Monte non è un edificio templare e “probabilmente” non è stato costruito nella sua interezza dallo Stupor Mundi, Federico II di Svevia, ma è importante sottolineare che sono nate tutta una serie di leggente, a causa della sua forma e delle sue proporzioni e perché è possibile inscrivere in esso delle croci templari. E’ il luogo nel quale secondo alcune leggende, in parte reinterpretate in chiave narrativa e non solo dal compianto Aldo Tavolaro, dove è possibile trovare il Graal o che rappresenti il Graal stesso. Tutto questo basta a ricollegarci con la parte del nostro convegno, ovvero l’Iniziazione Cavalleresca, la Massoneria ed i Templari?
Si, no, forse…
… Sulla Massoneria sono state dette tutta una serie di cose, personalmente ho alcuni convincimenti. Ad esempio che i Templari con l’origine della Massoneria non hanno nulla a che fare. Sono al massimo i “templaristi” che hanno fatto entrare i templari in Massoneria. E’ una dichiarazione forte, volutamente forte, forse anche provocatoria, ma buona parte della massoneria intesa nel senso originario, come edificatrice di edifici ponti e quant’altro, era una consorteria operativa fatta di architetti, artigiani, prelati, abati, questo per parlare unicamente della massoneria nella così detta età di mezzo. Questa massoneria esisteva indipendentemente dal fatto che i Templari possano essere scappati o possano essere rifugiati in Scozia dal clan Sinclar ed altro. Quella al massimo e là dove sia possibile dimostrarlo storicamente è una parte della Massoneria. Esistono documenti come ad esempio la Carta di Bologna del 1248 (Prendono questo nome gli Statuta et ordinamenta societatis magistrorum muri et lignamiis, redatto a Bologna l’8 agosto 1248). Gli statuti e i Regolamenti della Società dei maestri del muro e del legno sono ad oggi il più antico documento della massoneria operativa in nostro possesso. Se si dovesse fare un confronto tra questi statuti e gli statuti muratori editi a Napoli nel 1820 e li paragoniamo anche con altri documenti, scopriamo che nel 1248 l’artigiano muratore votava con regole assai simili a quelle del massone del 2015. E al di la di ogni fantasia questi sono gli elementi che legano la moderna massoneria alle antiche corporazioni di costruttori.  E’ estremamente affascinante voler vedere all’origine della massoneria, all’interno dei miti, Templari, Rosa+Croce e quant’altro, ma bisogna disgiungere il mito dalla storia. E prima che questi possano ritornare ad intersecarsi, bisogna passare dalla storia. Al momento non vi è una prova documentaria che attesti i Templari come fondatori della massoneria[1]. Se torniamo alla storia delle idee, nella simbolica, nel mito, abbiamo un capovolgimento di prospettiva. La massoneria si è appropriata dei templari e dei “valori” Templari. Se ne è appropriata, ad esempio con l’articolo primo degli statuti Napoli 1820 che così recita: ”L’Ordine dei Liberi Muratori appartiene alla classe degli Ordini Cavallereschi…”.  Immediato il  rimando alla cavalleria da un lato a quella Spirituale dell’altro all’ordine cavalleresco per eccellenza, ossia: i Templari. Non solo i templari, essendo nel pieno del post Illuminismo e nel Romanticismo la Cavalleria è anche quella dei romanzi cortesi, dei cicli arturiani. La cavalleria legata al “mistero” dei Fedeli d’Amore attraverso una catena ininterrotta di elementi archetipici ed iniziatici che alla fine allo lo stesso scopo all’interno della Tradizione.
A presto con la seconda parte
Gioia – Salute – Prosperità
©Michele Leone
Immagini prese dalle rete
Dipinti: 1) Edward Burne Jones, The Last Sleep of Arthur in Avalon 


 2) Frederic William Burton, Hellelil and Hildebrand, The Meeting on the Turret Stairs
 3) John William Waterhouse, Dante e Beatrice


[1] La stessa idea di Massoneria andrebbe rivista e sarebbe più opportuno e corretto parlare di massonerie. Spesso oggi quando si parla di massoneria e di storia della massoneria si è soliti, per varie motivazioni, fare la storia della Gran Loggia d’Inghilterra, che in una qualche maniera coincide con la moderna massoneria, ma non ne rappresenta la totalità. Bisognerebbe evitare di prendere la parte (se pur grande) per il tutto.

sabato 2 maggio 2015

Misteri antichi e moderni. Indagine sulle società segrete

Un mix di autopromozione (spero mi perdonerete) e voglia di condividere. Ho “rubato” all’editore la cover e l’indice della mia ultima fatica, in libreria in concomitanza con il prossimo Salone del libro di Torino ove ci sarà una presentazione del libro.
Indice
Introduzione
Pitagora e la sua setta
I cavalieri Templari
I Beati Paoli
I costruttori
Il linguaggio delle società segrete
Sul significato dell’iniziazione nelle società esoteriche
Sull’Alchimia
La Carboneria ed altre Società Segrete
Gli scamiciati
La Sacra Fratellanza
Introduzione alla Carboneria
Maestro Carbonaro
Piccolo dizionario carbonaro
Conclusione   
Appendice
Sillabo
Bibliografia

Buona lettura a tutti

©Michele Leone

Post in evidenza

Welcome http://micheleleone.it/

Ciao a tutti, oggi voglio segnalarvi la nascita del mio sito: http://micheleleone.it/ Spero di ritrovarvi numerosi su questa nuova piat...