sabato 29 novembre 2014

on air

Domani Mattina intorno alle 11.35 sarò on Air su radio fantasy in diretta in FM e tramite Tunein Radio via web. Non chiedetemi di cosa parlerò, sarà una sorpresa anche per me 
 http://www.radiofantasy.net/ 

sabato 15 novembre 2014

convegno Carboneria e Massoneria ad Altomonte (CS)

Dopo aver iniziato la giornata in modo fantozziano o peggio, finalmente in Calabria. Riempio i miei occhi di colori nuovi e diversi, preparo le papille gustative per assaggiare prelibatezze nuove e soprattutto mi preparo per incontrare amici vecchi e nuovi...
...domani ad Altomonte il privilegio di relazionare al congresso su Carboneria e Massoneria
Gioia - Salute - Prosperità
Michele

sabato 8 novembre 2014

Che cosa si intende per alchimia spirituale



Da molti è stato scritto dell’Alchimia, che insegna a convertire il vile metallo in argento ed oro: e, benché quest’arte sia così “dubbiosa” nei suoi principi, e così fallace nei suoi effetti, a trovato nondimeno un gran numero di quelli, che, volendo eseguire segreti e documenti da lei dati, hanno più presto perso, quanto avevano, che guadagnato ciò che bramavano. Dell’Alchimia Spirituale (almeno in questa nostra forma) nessuno, sino a questo momento, ha ancora trattato: e pure, per essere più sicura nelle sue operazioni, più ricca nei suoi acquisti, più eccellente per la sua perfezione, più nobile nella sua origine, più santa nei suoi fini, doveva tirare le penne, le lingue e (quello, che più importa) i cuori di tutti ad impegnarsi ad insegnarla ed a metterla in esempio. Il vedere, che quest’arte così importante, sia così poco esposta alla notizia dei fedeli, e molto meno praticata, è stato pungentissimo stimolo alla nostra mente e alla nostra penna (incline per altro a procurare il bene comune) poiché abbracciassero ancora questa fatica, e raccogliessero quei segreti e industrie, con i quali quest’arte Divina insegna a far acquisti dei tesori del Paradiso, che ne prometter può, ne può dare l’alchimia, la quale da come precetti la trasmutazione del metallo vile in prezioso.

Per Alchimia Spirituale, dunque, s’intende qui un’arte pienamente Spirituale e Divina industria, ricca di segreti del Paradiso, con i quali si possono mirabilmente perfezionare tutte le nostre operazioni, rendere di pregio le vili, sollevare le basse, migliorare le buone, ingrandire le piccole e le grandi rendere maggiori, convertire in molte le poche, e le molte in più: far capaci di merito le naturali ed indifferenti, e nobilitare le ordinarie: infine innalzare tutte a quel grado di bontà, e perfezione, del quale, senza i documenti di quest’Alchimia, erano privi.

I segreti e industrie che qui si mostrano, hanno tale certezza e infallibilità nei loro principi, e sono in guisa sicuri nei loro effetti, che quello, che molto dubbioso riesce nell’alchimia terrena, nella Spirituale (supposta la Divina Grazia) cammina molto certo, molto sicuro.

Dovrà perciò ognuno tanto più volentieri valersi di quest’arte, e mettere in pratica le sue regole; quanto più sicuro sia, che la sua fatica non verrà “prestata” a quei pregiudizi, ai quali suol soggiacere quella di coloro, che nell’altra alchimia con poco onore e con gran danno di tempo e di “roba” e spesso ancora di sanità e d’anima infelicemente s’impiegano.

L’avarizia, e il desiderio di avere (che peraltro ha la nota del difettoso) qui acquista il titolo di bontà: e tanto più ognuno sarà lontano da qualunque sordidezza, tanto più correrà carico di desideri agl’acquisti di questi tesori.

A tutti si espone l’arte, a tutti s’insegna: resta, che con ogni diligenza si mettano in opera quei documenti ed industrie, dei quali essendo essa ricca, fa, che ricchi diventino quelli che l’esercitano.

Luigi Novarini, Alchimia Spirituale, Verona 1646

Gioia – Salute - Prosperità

© Michele Leone

giovedì 6 novembre 2014

Essenza e Amore


Quando si vuole andare al cuore delle cose si è soliti dire “andare all’essenza”. Andare all’essenza in una qualche maniera significa da un lato conoscere, dall’altro distillare il segreto della cosa conosciuta*. Questa deriva dal latino “Essentia” che rimanda a “essents” che ci porta ad “esse” ossia Essere, non basta “esse” rimanda alla radice es che sta per esistenza; quindi avremo che l’andare all’essenza di una idea o persona significa in una qualche maniera conoscere l’essere nel suo principio vitale. Potremmo dire in estrema sintesi che chi è sulla via dell’amore di Sofia cerca di conoscerla nella sua essenza. Coloro che si allontanano da questa strada d’amore divengono inevitabilmente assenti, non a caso ad “esse” che abbiamo visto sopra viene anteposta la particella “ab” nel senso di allontanamento.

L’amore quello cantato dal “romanzo della rosa” o da Dante solo per fare due esempi è un amore dei più puri che spinge l’amante non solo verso la conoscenza ma, anche verso la vita. Eviteremo il facile sillogismo che porterebbe alla conclusione che amare significa vivere e conoscere la vita nella sua essenza. Ma prenderemo questa  frase come uno dei possibili assiomi per i futuri discorsi sull’amore, che non ci scorderemo mai di ribadire essere principio universale che tutto può. Al contrario coloro che non amano, coloro che sono assenti nelle dinamiche amante amato sono destinati alle fredde tenebre. Non a caso la particella “ab” che da il senso di allontanamento, di “repulsione” allontanando dal principio vitale porta inesorabilmente verso la morte.

*In questa sede non è opportuno soffermarci su questo particolare processo di distillazione, ma può essere opportuno ricordare come nella farmacopea o nella preparazione dei liquori alcuni preparati vengono chiamati essenza. Bisogna sempre sapere quando è il caso di tagliare la testa e la coda di un distillato e quando no.

**Volendo si potrebbe approfondire la differenza tra Essenza, Ousia e accidente. Non pensiamo che questa ricerca di tipo tecnico-filosofico possa portare alla chiarificazione dell’idea di amore e conoscenza ma, per certo potrebbe essere uno stimolo…

Immagine presa dalla rete

Gioia – Salute – Prosperità

©Michele Leone

mercoledì 5 novembre 2014

Nota 0.1 sul V.I.T.R.I.O.L


Alle volte sarebbe meglio tacere. L’uso del condizionale è opportuno sia che ci si riferisca ai mondi delle società iniziatiche sia che ci si riferisca a quelli accademici sia che si scelga di lanciare una pietra nel mare del web e non nascondere la mano. Io che non mi riconosco sapiente devo parlare, non perché mi riconosca delle qualità, ma perché devo preparare il cammino a chi verrà.

La catabasi, non è certo un fenomeno moderno, molte culture e civiltà disseminate nello spazio e nel tempo ne hanno raccontato attraverso i loro eroi il significato avvolgendolo nel mito o nell’allegoria. Giusto a titolo di esempio basterà ricordare Orfeo, Eracle,  Enea, Dante sono solo alcuni esempi di “viaggiatori” degli inferi.

Il viaggio agli inferi, il viaggio nell’oscurità più buia è sempre stato associato al viaggio nell’interiorità della persona ed alla conoscenza di se stessi dai tempi dell’oracolo di Delfi alla Psicanalisi. Non è un caso se Jung afferma: “Chi guarda in uno specchio d’acqua, inizialmente vede la propria immagine.  Chi guarda se stesso, rischia di incontrare se stesso.  Lo specchio non lusinga, mostra diligentemente ciò che riflette, cioè quella faccia che non mostriamo mai al mondo perché la nascondiamo dietro il personaggio, la maschera dell’attore. Ma dietro la maschera c’è lo specchio che mostra il vero volto. Questa è la prima prova di coraggio nel percorso interiore, una prova che basta a far desistere, spaventata, la maggioranza degli uomini. Infatti l’incontro con se stessi è una delle esperienze più sgradevoli alle quali si sfugge proiettando tutto ciò che è negativo sul mondo circostante” (C. G. Jung, Torino 2013). Questo viaggio potrebbe essere rappresentato dalla XIII lama dei tarocchi, l’unica che tradizionalmente non porta per steso il nome di quanto raffigura. Questa, la morte, deve essere intesa come possibilità di trasformazione.

Questa trasformazione, la pulsione tramite la forma energetica di “eros” ha sempre accompagnato l’essere umano alla ricerca di se stesso. Pulsione in alcuni casi estrema che lo porta a conoscere in modo ultra-razionale a confrontarsi con i propri demoni a voler superate quella soglia sulla cui porta vi è incisa l’idea essenza di Thánatos. Il viaggio verso se stessi è un viaggio che si compie nella materia sino ai suoi strati più sottili. E’ un viaggio in cui come per i principi della fisica “Nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma” (Antoine Lavoisier - legge della conservazione della massa o il primo principio della termodinamica, o principio di conservazione dell'energia). Questo viaggio e questa trasformazione non possono non lasciare atterrito il viaggiatore che lo compie. Basti pensare ad una delle affermazioni di Paracelso sull’argomento: “Colui che vuole entrare nel regno divino, deve prima entrare nel corpo di sua madre, e morirci”.

Quasi a memento dello smarrimento che l’anima potrebbe subire in questo viaggio (in alcuni casi alcune forme depressive sono paragonate al vitriol) le Scienze Ermetiche in generale e l’Alchimia in particolare hanno creato l’acronimo V.I.T.R.I.O.L.  (Visita Interiora Terrae Rectificando Invenies Occultul Lapidem) Visita l'interno della Terra e, rettificando, troverai la pietra nascosta. Ritorna la catabasi, in questo caso l’interno della terra è la propria interiorità, il luogo oscuro per eccellenza. Il rectificando da alcuni viene reso come il retto sentiero, da altri come l’operazione di rettifica (correzione, aggiustamento) da compiere su se stessi. Potrebbero essere corrette entrambe le interpretazioni, poiché quando cis i muove nei mondi simbolici ed ultra-sensibili non obbligatoriamente una è la strada per giungere all’Uno. Uno inteso sia come unità ed operazione di riunire quanto è sparso sia come Uno nel senso di ESSERE demiurgico o creatore. In ultimo vi è il ritrovamento della pietra nascosta. Non è importante in questa sede definire il tipo di pietra, poiché è evidente che il riferimento alla pietra dei filosofi, è importante sottolineare che anche se probabilmente analoghe nella loro essenza, ogni ricercatore troverà la sua propria pietra. A semplificare le cose vi è un altro acronimo o un completamento di quello visto sin qui V.I.T.R.I.O.L.V.M. o V.I.T.R.I.O.L.U.M dove le ultime due lettere stanno per Veram Medicinam e quindi avremo Visita l’interno della terra, e rettificando troverai la pietra nascosta che è la vera medicina. Se il viaggiatore avrà compiuto quanto deve, rettificato e trovato la pietra nulla dovrà temere perché alla fine del viaggio avrà anche trovato la panacea.

In altri termini avrà volato come il corvo, l’aquila e la fenice.

Gioia – Salute - Prosperità

© Michele Leone


domenica 2 novembre 2014

Recensione: Alain De Libera, Storia della Filosofia Medievale, Jaca Book, Milano 1995


Era il 1996 e mi preparavo a sostenere l’esame di Storia della Filosofia Medievale la parte generale si sarebbe dovuta sostenere sul classico Gilson. Non ricordo se perché questo mostro sacro non avesse incluso nella sua opera Giacchino da Fiore o solo perché ero un giovane rompiballe decisi che non mi sarei accontentato di preparare la parte generale dell’esame su questo testo. Così armato della mia passione mi recai dalla prof. e dopo una lunga discussione ottenni di preparare l’esame anche sul De Libera. Il volume di Alain lo avevo scoperto nell’inserto della domenica del sole 24 che all’epoca ero solito “rubare” a mio padre.

In queste ultime ore mi sono trovato sia a scrivere di Ermeneutica delle Scienze Ermetiche sia a partecipare a conversazioni sul medioevo dove i protagonisti avevano poche idee e ben confuse evidente retaggio di una pseudo cultura romantica (nel senso peggiore del termine), come se tutto questo non bastasse gli scenari geopolitici degli ultimi anni e gli estremismi religiosi impongono per chi vuole dare uno sguardo un po’ meno superficiale alla realtà un approfondimento.

Il libro di Alain si muove nel così detto medioevo con una agilità sorprendente e soprattutto non è il classico manuale di storia della filosofia medievale occidentale. Il libro nelle sue oltre cinquecento pagine si muove non solo nella vastità di quasi un millennio ma, anche in quella di una geografia che si spinge sino ad oriente. L’approccio è didattico essendo un volume preparato per gli studenti del “primo ciclo” dell’Università francese, quindi può essere letto da chiunque abbia la voglia di imparare senza pregiudizi. In queste pagine si troveranno i filosofi e le filosofie appartenenti ai tre  monoteismi.

“Per scrivere una storia della filosofia medievale, lo storico che vuole darsi carico della realtà storica deve dunque partire dall’esistenza della pluralità: pluralità delle culture, pluralità delle religioni, pluralità delle lingue, pluralità dei centri di studio e della produzione dei saperi.

Filosoficamente, il mondo medievale non ha un centro. Non solamente perché il mondo medievale occidentale ha una pluralità di centri (cosa che molti storici sono disposti a riconoscere), ma soprattutto perché ci sono più mondi medievali. La Bagdad del III secolo dell’Egira e l’Aquisgrana del IX secolo dell’era cristiana sono contemporanee, ma non appartengono né al medesimo tempo, né al medesimo mondo né alla medesima storia. … Sono due mondi epistemologicamente uguali nei diritti che convergono o divergono sotto il suo sguardo. Il posto dello studioso non è né a fianco di Carlo Magno, né di fianco di Harun al-Rashid, ma di fianco ad entrambi, cioè da nessuna parte.


Tre questioni preliminari si pongono alle soglie di una storia della filosofia medievale: l’oggetto esiste? In altri termini: c’è stata una filosofia nel Medioevo? La filosofia medievale è qualcosa di diverso da una teologia rivelata, filosoficamente equipaggiata? La filosofia medievale, qualunque sia la sua natura, ha apportato un contributo significativo alla storia generale della filosofia?”

Indispensabile

Gioia – Salute – Prosperità

© Michele Leone

sabato 1 novembre 2014

Contro gli esperti di esoterismo e scienze tradizionali. Difesa dell’esoterismo e delle scienze tradizionali.


Uno dei problemi che diviene una delle colpe se non la “colpa” di quanti voglio occuparsi di “esoterismo” è che non essendo una disciplina intesa nel senso comune del termine tutti si sentono autorizzati a parlarne, siano essi qualificati una qualche maniera o meno. Ad esempio pochi dopo aver letto un paio di libricini o ascoltato qualche conversazione si sentirebbero autorizzati a parlare di matematica dei frattali come esperti o cultori della materia. Per l’esoterismo o le così dette scienze tradizionali od ermetiche avviene l’opposto, “tutti” sono depositari un una qualche conoscenza di un qualche sapere, di una verità o di un punto di vista legittimo e autorevole.

Il secondo problema è il linguaggio. Ogni disciplina, ogni Arte ha un suo proprio linguaggio che tra i praticanti l’arte diviene gergo. Orbene, sembra che conoscere due o tre paroline faccia di noi degli esperti. Infilare, ad effetto, un simbolo (i simboli sono parte integrante del linguaggio e della comunicazione delle scienze ermetiche, anzi potremmo sostenere che essi sono al contempo pietra d’angolo e di volta di ogni linguaggio Tradizionale) o qualche parola presa a caso dai vari vocabolari ermetici faccia di noi degli esperti. La “questione” del linguaggio all’interno delle scienze ermetiche è una questione fondamentale della quale ho trattato e tratterò più diffusamente altrove.

Torniamo al primo punto, la qualificazione. Come si diventa qualificati, chi è qualificato a parlare di esoterismo? Questa domanda non prevede una facile risposta ma , proveremo a fornirla nel modo più semplice e sintetico possibile. La risposta diretta e istintiva sarebbe pochi o una minoranza tra quelli che ne parlano. Non è un caso se nelle scuole iniziatiche ai neofiti viene spesso fatto il dono del silenzio e la parola (il più formidabile strumento di lavoro degli esseri umani così intimamente connessa al pneuma) è prerogativa dei Maestri, prerogativa soprattutto esercitata quando bisogna comunicare anche al di fuori delle scuole. Non è questo il luogo per approfondire la vera essenza della maestra ma, è necessario e sufficiente ricordare che il Maestro è “traditor”, ossia, colui che può trasmettere quanto tradire. Senza addentrarci nel ginepraio delle sotto-discipline delle scienze ermetiche possiamo individuare tre soggetti qualificati a parlare di esoterismo:

1.      Un maestro di una disciplina ermetica. Probabilmente alcune sue affermazioni saranno indimostrabili ai più ma, si fondano su una tradizione e sono verificabili almeno dagli appartenenti alla suddetta scuola.

2.      Lo storico, che argomenta sulla basa delle ricerche e dei documenti i suoi discorsi che non prende posizioni ma racconta. Nella fattispecie dovrebbe essere prevalentemente lo storico delle idee, per la sua natura interdisciplinare ad occuparsi di certi argomenti.

3.      Il filosofo, inteso come amico/amante della conoscenza (Sophia).

L’elenco potrebbe continuare con altre categorie. Il senso, se vogliamo banale, di questo discorso è che prima di parlare bisognerebbe avere almeno un’idea di quello che si dice ed avere una preparazione di base sia essa storica, letteraria, antropologica, filosofica etc...

I migliori detrattori dell’esoterismo e delle scienze ermetiche sono gli appassionati di queste discipline che alla guisa dei milioni di allenatori di calcio da bar spesso parlano senza cognizione di causa. Lo fanno per amore e passione è vero ma, se  a cena tra amici non creano danni dovrebbero rendersi conto che esporre teorie spesso strampalate o ingiustificabili dinnanzi ad una vasta platea, come potrebbe essere il web è pericoloso e dannoso.

Certe discipline sono ingiustamente snobbate dalla così detta cultura accademica e/o ufficiale ma, non è improvvisandosi che si rende il giusto merito a queste, anzi!

Oggi sono pochissimi i luoghi del sapere “ufficiale” dove si possono affrontare serenamente discorsi sulle scienze ermetiche e non esistono discipline universitarie che qualifichino. Auspichiamo che nel breve le cose cambino, ma per cambiarle occorre l’impegno fattivo di molti. L’augurio è che nel breve possano vedere la luce corsi di Scienze Ermetiche o Storia delle Scienze Ermetiche e Tradizionali© o Ermeneutica delle Scienze Ermetiche©. Quest’ultima disciplina che porta Hermes due volte nel suo nome è auspicabile che presto venga accolta dai più, per portare luce ed ordine nel caotico mondo dell’esoterismo.

A breve approfondiremo i temi qui trattati in un più ampio discorso organico alla guisa di prolegomeni alla Storia ed Ermeneutica delle Scienze Ermetiche©.

Gioia – Salute – Prosperità

© Michele Leone


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