domenica 16 marzo 2014

Nota su Moabon o dell'ambizione

Moabon o dell’ Ambizione bozza 1.0


Chi è Moabon? Perché l’ambizione? In fondo forse ad un primo sguardo tra ignoranza, fanatismo ed ambizione quest’ultima sembra il meno grave dei tre “peccati” o assassini del Maestro Hiram. Ma ne siamo proprio sicuri? Se all’ambizione sostituiamo, la superbia o l’invidia il gioco è fatto ed ecco che riprende la sua giusta collocazione. Tornando all’ambizione, di per se a differenza delle prime due non è a priori un concetto negativo, anzi persona dovrebbe ambire a migliorarsi, perfezionarsi e ricevere un aumento di conoscenza. La negatività dell’ambizione nasce, quando, questa viene spinta oltre i confini del giusto riconoscimento delle proprie qualità. Il superamento di questi confini, per restare nel sacro recinto dei sacri templi, induce al passaggio dalla vita iniziatica alla contro iniziazione. E non è un caso che se i primi due compagni feriscono solo il Maestro, è Moabon che lo uccide. Moabon diventa il controiniziato, che senza più scrupoli porta a compimento la sua opera, opera che può essere votata al vizio e non alla virtù. In questa luce lo strumento usato per l’assassinio assume maggiore importanza e la testa sede del pensiero (accecato in Moabon) diventa lo specchio in cui l’omicida e la vittima si riflettono l’un l’altro.
L’ambizione, “fa rima” con un altro principio ermetico, ovvero, la trasgressione. Ogni iniziato prima o poi per aumentare la propria conoscenza dovrà trasgredire, ma dovrà farlo nel pieno possesso delle sue capacità e con la piena consapevolezza di quanto compie, altrimenti, come nel caso dell’invidia inizierà a percorrere un sentiero diverso da quello dell’edificazione di templi alla virtù.
Ignoranza, Fanatismo ed Ambizione, che in diversi riti  assumono una quantità di nomi che in questa sede è impossibile riproporre, sono gli assassini di Hiram, se per combattere i primi due possono essere chiari sia gli strumenti che le metodologie, per combattere la terza cosa fare? Quali strumenti adoperare?
La risposta non è semplice, e probabilmente non è neanche oggettiva, ma una è la strada dei Maestri, ovvero, camminare indifferentemente sul bianco e sul nero compiendo ogni momento delle scelte.

Michele Leone



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