lunedì 20 maggio 2013

METUSCHELAH: La Rinascita dell’Uomo

Ho trovato la bozza della mia prima conferenza tenuta nel 1995 o giù di li... ora sono certo che non la perderò..


METUSCHELAH:  La Rinascita dell’Uomo

 

            Il lavoro che ho intenzione di presentarvi, nasce più da riflessioni di tipo teoretico che da ricerche storiche. Anche se storia e storiografia sono state per me quello che fu Virgilio per il “POETA” nella Commedia.

                Userò a modo di prologo le belle parole di Gioacchino: “ Non è una fatica da poco quella che in questi giorni ci attende. Ma per queste incombenze chi sarà adatto? Infatti, forse colui che potrebbe rifiuta, mentre colui che vorrebbe non ne è in grado; a chi appartiene l’eleganza del discorso, manca la scienza, a chi è concesso il sapere, è negato il dire appropriatamente. Così, dunque, nessuno sarebbe adatto. Ma forse tutti vanno giustificati allo stesso modo? Colui che non sa, sebbene non per trascuratezza o per negligenza, ha una scusante, o del tutto degna di fiducia o, comunque, plausibile; Colui a cui è concesso di conoscere, anche se in parte, non ne ha nessuna o quasi nessuna. Ma forse, giacché dico queste cose, io mi attribuisco una delle due eventualità, di modo che avrei la presunzione di arrogarmi il merito della scienza? Assolutamente no. Piuttosto io, che mi riconosco nell’una del tutto insufficiente, nell’altra temo molto il giudizio. Poiché, anche se non posso credere di essere sapiente, se non per stupidità, tuttavia non potrei scusarmi di ignorare ciò che sono tenuto a dire, se non per falsità. Parlerò, quindi, come potrò, nel caso contrario indicherò con dei cenni. E se non posso imitare gli uomini, imiterò l’animale senza intelligenza, o altrimenti l’uomo privo di parola, che a cenni va indicando ciò che ha visto. “[1] .

            Quello di cui vi voglio parlare è il sogno delle utopie, che va da Platone a Campanella ed anche oltre, in altri termini il tentativo di realizzare un mondo migliore il mondo dell0’armonia e della pace. Nella maggior parte dei testi sullo “Stato”[2] scritti da filosofi e uomini di scienza, sono presenti due fattori che potremmo definire fissi. Questi due fattori sono: 1° la presenza di un capo o di un insieme di uomini illuminati 2° un’intera popolazione che ha avuto modo di evolversi e che si autogovernano scegliendo democraticamente i propri capi. Cosa vogliono indicarci questi due fattori?  Il primo rappresenta un tipo di civiltà che ha ancora bisogno di una guida per evolversi; il secondo rappresenta civiltà già avanzate, ovvero che non hanno più bisogno di guide, ma di rappresentanti. Comunque, sia nel primo che nel secondo fattore c’è qualcosa di comune, ovvero il raggiungimento di una meta, che in base agli elementi che abbiamo e poco nota, che porti o il capo o l’intera popolazione ad un’evoluzione. Questa evoluzione è la presa di coscienza di qualche cosa. Il nostro scopo in questo momento è quello di andare a verificare quello che accade e rende presente ed operante questa presa di coscienza.

            Per affrontare questa indagine ci distaccheremo dalla pista storica per entrare in quella teoretica. Cosa permette ad un soggetto o ad un insieme di soggetti di innalzarsi e desiderare un mondo antitetico o quasi a quello nel quale vivevano prima? Le risposte potrebbero essere molteplici, ma a noi interessa una in particolare. Dal nostro punto di vista solo la conoscenza e quindi la conoscenza filosofica in senso stretto, possono permettere al soggetto di arrivare a concepire un mondo diverso da quello della sopraffazione. Prima di andare avanti è opportuno soffermarci un momento su quello che significa conoscenza filosofica o quanto meno il significato che attribuiamo al termine filosofia in questo ambito. Per noi parlare in questa sede di filosofia e di conoscenza filosofica in senso stretto equivale a dirsi amore per Sofia e amore per Sofia rappresenta il percorso che porta il soggetto da essere semplicemente un ricercatore di qualche cosa a essere uomo rinato dopo la morte. Cosa significa rinascita? La rinascita alla quale ci stiamo riferendo è la rinascita dopo di tutti coloro che muoiono dentro se stessi, che sacrificano la loro coscienza per far si che una volta liberato il cuore da inutili sovrappesi il soggetto rinasca Uomo. A questo stato di cose l’Uomo purificatosi dalle nefandezze che fino a quel momento lo avevano accompagnato deve prendere atto di un’altra cosa. In lui si è sviluppato JERED ( Il Cristo che nasce e si sviluppa dentro di noi ). A questo punto abbiamo un Uomo che oltre ad aver raggiunto la conoscenza filosofica, sviluppa dentro di se quello che in ebraico si chiama Jered, ma che nel Nostro Rinascimento un Domenicano chiamò Eroico Furore[3]. L’accostamento può sembrare audace e forzato, ma in realtà a livello concettuale le due cose sono simili. Ovvero, sia l’uno che l’altro concetto spingono  l’uomo verso la Fratellanza, l’Uguaglianza e la Libertà di pensiero ( con tutto quello che implicano ) e lo spingono alla difesa dei propri ideali fino all’estremo sacrificio, la morte della carne.

            Riassumendo, possiamo dire di aver individuato nella conoscenza filosofica il motivo o un probabile motivo di perfezionamento da parte dell’uomo. Ma l’Uomo che si è perfezionato attraverso lo studio e l’applicazione della filosofia e che quindi sa cose che altri non sanno, come agisce nei confronti degli altri individui?

            Prima di rispondere a questa domanda è necessario aprire una parentesi. Metuschelah ( la coscienza deve morire in se stessa per fruttificare nel mondo materiale al fine di produrre l’abbondanza e l’armonia nelle terre degli uomini ) e Jered non sono due termini-concetto da leggere separatamente, ma bensì, uniti. In altri termini: il primo non ha possibilità di realizzazione senza il secondo. Non fosse altro che per la profonda simbiosi che li unisce. Questi due concetti sono  intimamente legati e noi attraverso la filosofia e Jered dobbiamo arrivare a Metuschelah. Infatti questo è il punto di arrivo, quello stato o situazione in cui essendo tutti liberi si potranno iniziare i “lavori” per l’edificazione dei templi e degli uomini più vicini all’armonia di quanto non lo siamo oggi. Uomini che abbiano la giusta componente di Sale, Mercurio e Zolfo, come ritenevano gli alchimisti rinascimentali.

            Tornando al nostro discorso principale, è arrivato il momento di rispondere alla domanda sul comportamento degli individui che sanno nei confronti di quelli che non sanno.

La risposta è più che ovvia in base al discorso fatto, i primi sentiranno il bisogno spontaneo di trasmettere la loro conoscenza e di aiutare l’altro perché l’armonia e la prosperità si possono raggiungere solo con la Fratellanza.

                Volendo insistere in senso esplicativo riguardo al concetto di fratellanza chiamerò in causa due concetti fondamentali: quello di GNOSI e quello di CONOSCENZA. Parlando di gnosi dobbiamo cercare di intenderne esattamente il significato in senso ermetico[4]. Così come è lecito supporre, la gnosi è un processo cognitivo assolutamente legato alla maturazione spirituale e psichica (  da Psyche = Soffio = Anima ) dell’individuo che spinto dal proprio equilibrio interiore, che è quindi presupposto, nuove la propria essenza  verso la cognizione di causa delle forze creatrici e verso la cognizione di causa della loro esteriorizzazione.  Si tratta, dunque, di un vero e proprio “moto planetario”, del proprio essere[5] votato alla “conquista” di ciò che è più sublime e raggiungibile.

Ma l’esercizio della gnosi è un punto d’arrivo, ed io stesso devo conoscere ancora chi può essere così esaltato e presuntuoso da affermare di essere Illuminato.

La gnosi, dunque, presuppone come suo attributo quello dell’individualità, e la rinascita dell’uomo è la rinascita dell’individuo.

Come si sposa la gnosi con la conoscenza?

La mia provocazione tende proprio ad esplicitare questo rapporto. Se conoscenza significa conoscere insieme ( da Co - Gnosco ), essa presuppone un fatto di coscienza. Ma la coscienza è in “verità” un fatto prettamente individuale. Se la conoscenza è un rapporto ed un incontro tra due o più coscienze, ciò significa che la crescita collettiva o di gruppo intorno agli stessi contenuti suppone un’interiorizzazione individuale dei medesimi contenuti; ogni vissuto è infatti il presupposto di un microcosmo individuale, di cui non può essere ignorata l’importanza all’interno dell’interiorizzazione stessa.

            Diciamolo allora: se chi è sulla strada della gnosi è sulla strada della rinascita, nell’estendere la propria esperienza al singolo come al gruppo, deve fare i conti con ogni vissuto, con ogni coscienza, con ogni microcosmo. Ma essendo questi attributi dell’individualità, avremo un conflitto tra ciò che tende al generale e ciò che è particolare. E’ qui che interviene il concetto delle Libertà dell’individuo. E’ qui che nasce l’esoterismo dei contenuti, il quale verte a valorizzare la scoperta e la conquista della gnosi da parte di ciascuno. Ma ciò non significa affatto che esso sia una realtà da mettere sotto sale. Tutt’altro: E’ con la divulgazione equilibrata e controllata che si da la possibilità a chi può di attingere ad un pozzo altrimenti invisibile. Se di libertà stiamo parlando, è allora lecito parlare di “libertà di possibilità”, che valorizzi il concetto stesso di rinascita; essendo legato al concetto di possibilità di rinascita.
            Combattere per la libertà significa, dunque, lottare per la possibilità di diventare UOMINI.
 
Michele Leone


[1]  Gioacchino da Fiore, Sull’Apocalisse, tr. it. e a c. di Andrea Tagliapietra, Feltrinelli, Milano 1994, pp.                                  131-133.
[2]  Possono essere di riferimento: 1) La Repubblica di Platone, 2) La città di Dio di Agostino, 3) La città del sole di Campanella, 4) Il Principe di Macchiavelli, 5) Utopia di More, 6) Il Leviatano di Hobbes, 7) Per la pace perpetua di Kant, 8) La Bibbia.
[3]  Giordano Bruno, Degli Eroici Furori, Laterza Bari-Roma, 1995.
[4]  Può essere interessante consultare il Pimandro, di Ermete Trismegisto.
[5]  Si vedano le concezioni della filosofia rinascimentale con i dovuti riferimenti alla filosofia tardo Egizia ( Platonica, Pitagorica, Ermetica ).

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